UOMINI ILLUSTRI

MEDICI alla SANTA CASA degli INCURABILI e OSPEDALI UNITI

[2010 - ASL NA1 centro - P.S.O. Santa Maria del Popolo degli Incurabili] 

 

 CAV. ANTONIO SEMENTINI

           (1743 - 1814)

Cav. A. Sementini
Cav. A. Sementini

Contenuto PAGE

Cav. Antonio Sementini

 

1. Sementini e la SCUOLA MEDICA NAPOLETANA

    - Medicina e Illuminismo a Napoli fra Settecento e Ottocento

    - Filologia, la storia: Vico, Muratori i medici napoletani

    - L'epoca illuministica delle riforme. Genovesi e Filangieri. La riforma degli Studi ed i nuovi medici.
    - La nuova scienza fisiologica

2. Note a pie di pagina

3. Bibliografia

4. Collegamenti esterni

Antonio Sementini
[Fonte:www.istitutoricci.it]
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SEMENTINI E LA SCUOLA MEDICA NAPOLETANA 

 

Filippo Maria Ferro                Giuseppe Riefolo

 

 

 

Medicina e Illuminismo a Napoli fra Sette e Ottocento

 

          Giovan Battista Vico assume una funzione determinante nel segnare la cornice scientifica che orienta i medici napoletani nel suo tempo e per almeno un secolo, fino alle posizioni "positive" della seconda metà del '700. Questi medici approdano alla capitale dalla periferia del Regno: sono esponenti della borghesia nascente, agricola ed imprenditoriale, non appartengono più all'aristocrazia; il loro percorso nel costituire una nuova scienza si descrive parallelo all'approdo della borghesia allo Stato[1].

 

          La radicata tradizione anticuriale di Napoli permette il diffondersi della raison che nel corso del '700 si afferma essenzialmente in senso anticlericale (Giannone e Tanucci); Muratori a Modena e Maffei sostengono il primato dei moderni sugli antichi e sfidano i valori della tradizione. Sul piano culturale è l'adozione di un nuovo atteggiamento mentale, critico e razionale, a permettere di ridiscutere i vari ambiti delle scienze: in medicina il primato della meccanica (della funzione) sulla struttura anatomica e il superamento di preconcetti morali fondano la Fisiologia.

          Contemporaneamente, dal mutamento delle idee sul pauperismo, nascono le istituzioni di carità (Muratori, Rucellai) e le istituzioni ospedaliere (i Philosophes di Auteuil e Pietro Leopoldo di Lorena in Toscana). Non si riconosce più alla carità la capacità di affrontare in modo adeguato, e tanto meno di risolvere, il problema diffuso del pauperismo; appare ora necessario intervenire attraverso istituzioni specifiche. E' di questi anni l'idea muratoriana della creazione di un'Opera Pia Generale dei Poveri: a Napoli nel 1751 per disposizione di Carlo III viene costituito il "Grande Albergo dei poveri" e a Roma, con una donazione di Innocenzo XII, apre il San Giovanni in Laterano[2]: e' il passaggio dalla relazione individuale con le domande del pauperismo e della malattia alla soluzione attraverso le istituzioni. In ambito laico le istituzioni nascono a metà '700, sollecitate dal pauperismo e nell'intersezione di questa pressione sociale con le competenze e gli interessi ecclesiastici e statali: dagli hospitali prendono gradualmente forma gli Ospedali, ora luoghi elettivamente destinati non più solo all'accoglienza ma alla cura.

 

          A Napoli, da Vico a Genovesi e attraverso il circolo dei Di Gennaro, emergono intellettuali laici e massoni che si rivolgono all'intervento dello Stato e lo evocano direttamente, studiano i seri rapporti economici tra la periferia e la capitale e guidano la nascita e l'emancipazione della borghesia delle varie parti del Regno.

          In questo contesto di radicale rinnovamento, la scienza medica, in particolare con Domenico Cotugno, viene a fondarsi sulla critica netta alla pratica passata, vista quale "Medicina dei Sistemi", in parallelo con la critica già espressa da Vico, in ambito filosofico, al pensiero cartesiano.

          Cotugno e la medicina napoletana sono solidali al metodo vichiano e alla sua critica delle tesi cartesiane considerate filosofiche e lontane da una verifica reale[3]. Il cogito cartesiano fonda un modello che attribuisce al soggetto l'oggettività della conoscenza: ma la conoscenza per Vico non è più soggettiva né meramente speculativa. La Scienza Nuova propone il primato della verifica del reale quale base della conoscenza, e antepone al metodo speculativo cartesiano quello sperimentale baconiano.

          La prospettiva gnoseologica vichiana informa alla base la scienza medica napoletana: la conoscenza è conoscenza intrinseca, accessibile quindi solo a chi sia in grado di creare l'oggetto della conoscenza stessa; e la verità può essere colta unicamente per via genetica, nel percorso del fare.

          Le scienze matematiche si descrivono parziali e relative nelle loro leggi, la Medicina introduce la contingenza del corpo, l'Anatomia e la Fisiologia, a verifica del proprio campo di indagine. Se la matematica era individuata da Cartesio quale metodo per eccellenza nell'indagine della realtà, Vico ribadisce come sia il soggetto a costruirsi gli oggetti/ obbiettivi della conoscenza. E' un passo di estrema importanza per le scienze matematiche, che si delineano così contingenti al soggetto prima ancora che al generico ambito della "natura". Ma lo è ancora più per la Medicina. Tali considerazioni riconducono infatti al corpo, nella sua fisicità, sia la motivazione all'indagine sia l'oggetto dell'indagine. Il medico, da sacerdote del corpo, diviene sguardo che lo indaga: «si dà il caso che io abbia un metodo per curare la sciatica nervosa... insegnatomi dall'anatomia e atto a dimostrare quanto sia utile per una cura efficace, persino nel caso di malattie ostinate ed anzi quasi inguaribili, la Scienza (che studia la forma e la struttura) del corpo»[4]

          La Clinica si rivela quale scienza reale vincolata alle leggi contingenti e meccaniche del corpo. I fatti patologici devono essere osservati e catalogati in serie di eventi simili[5]. L'osservazione sola autorizza la speculazione e la deduzione di percorsi (processi) patologici che si dispongono a formare la Nosografia: «La conoscenza de' mali se non è tirata dal fatto, sarà un sogno, non una verità: e chi terrebbe dietro per debellare un fantasma?»[6].

 

          La fisiologia patologica si delinea, in Sementini, sull'indicazione del maestro Cotugno, attraverso criteri osservativi. Solo così si illustra il divergere del patologico dal naturale. L'osservazione è metodo nosologico, dipana il groviglio dei sintomi e li rende (li riassume in) processi elementari: «La Fisiologia... vuol'essere tutta appoggiata sopra fenomeni e sopra la dipendenza loro dalla struttura degli organi del corpo umano. La Notomia mostra gli ordegni, l'osservazione de' fenomeni ne fa veder l'uso; la cognizione di questi due fa la vera, la solida, la servibile fisiologia agli usi della Medicina» (ib.).

 

          Sementini, nel presentare un libro di Corvisart, delinea gli ambiti dell'anatomia, della fisiologia e della fisiologia patologica: «Gli antichi medici...che han condotto ad una Filosofia ragionevole... dividevano l'attenzione loro impiegandola nel manifestare la fabbrica degli organi medesimi e nel dilucidare la facoltà, cioè la potenza vitale che forma, per dire così, la di loro Anima fisica, facendola agire in ragione della loro tessitura; e finalmente ne analizzavano l'uso e l'azione, le di cui offese producono le malattie proprie de' medesimi. Questo è l'oggetto della Fisiologia Patologica, della quale ciascun vede sicuramente la bellezza e l'importanza per l'arte curativa»[7]

 

          L'Ospedale degli Incurabili, fondato agli inizi del '500[8], diviene, grazie alla lunga permanenza di Cotugno, e sin dal 1754,[9], il polo di una Medicina orientata in senso positivo e clinico. A fine secolo, vi sono attive quattro cattedre universitarie: Medica, Chirurgica, Ostetrica e Oftalmica. La cattedra Oftalmica, affidata a G.B. Quadri, offre il modello per l'istituzione della Clinica Oftalmica di Vienna. Anche la Clinica de' nuovi esperimenti, fondata quale istituzione privata dal Lanza nel 1808 e resa pubblica e universitaria da Cotugno nel 1811, sarà modello per l'istituzione della Clinica Terapeutica introdotta alla Salpétriére nel secondo '800 [10].

          Agli Incurabili, i rilievi strutturali anatomici stimolano ricerche di fisiologia tese ad analizzare la dinamica dei fenomeni vitali. E studiosi come Della Torre, Amaducci, Andria, Cirillo, Sementini e Tartaglia, partecipano attivamente al vivace dibattito europeo sulla Fisiologia.

 

 

La Filologia, la Storia: Vico, Muratori e i medici napoletani

 

          La Scienza nuova è soprattutto scienza della storia in quanto analizza ciò che accade e indaga la progressione della legge naturale. La natura va letta nella cronaca e nella logica intrinseca alla successione di eventi altrimenti considerati casuali o di derivazione trascendente. E' la cronaca dei fatti a svelare in modo semplice le leggi del divenire: i fatti si articolano in sequenze logiche, quindi prevedibili.

          Vico e Muratori stimolano in Medicina l'opportunità del nuovo metodo della Clinica, disciplina attenta a leggere, oltre la contingenza dei sintomi, la logica interna che li informa e governa: "Il segno non è causa", ribadisce Vico a Cartesio. Attenti alla Filologia, Vico e Muratori colgono la costruzione ordinata, causale, persino meccanica del senso che si stratifica nella parola e che l'analisi può dipanare sino a cogliere radici comuni ed elementi semplici.

          Nel campo della scienza medica, ogni serie di sintomi può essere oggetto di eguale attenzione filologica. Il sintomo ricorre e si stratifica in più eventi e la radice filologica comune può essere cercata (e rintracciata) nei vari quadri della patologia; e cosi il processo morboso evolve ed è capace di dare un ordine all'apparente contingenza dei sintomi.

          Con Cotugno, e attraverso Vico, la Scienza Nuova della medicina napoletana disegna il corpo come un linguaggio dalle radici antiche e semplici. La Fisiologia, "metodo sintetico e analitico nella ricerca del vero"[11], spiega il rapporto fra le varie stratificazioni semantiche; la Fisiopatologia, i nessi fra radici semplici e costruzioni sintomatologiche (semantiche) complesse.

          Nel disegno ideale della "filosofia", la filologia si conferma quale indagine del reale ed è resa possibile dall'analisi dei documenti e degli eventi. Parallelamente, in Medicina, il metodo e la convinzione filologica divengono scienza e intelligenza del sintomo inteso quale documento della storia: «La storia, che è la sua base,(della Filosofia) ha due parti. La prima è per così dire la Storia Naturale del corpo umano: l'oggetto della Notomia. L'altra sarà la storia de' fatti, specialmente di quei che appartengono alla meccanica delle azioni ed agli usi loro.... I fatti de' quali deve constar la Storia, oggetto e base della Filosofia, saranno suggeriti dalla osservazione de' fenomeni che li manifestano, combinati colle idee della fabrica»[12]

          Prendendo a modello le tre fasi vichiane della storia, e muovendosi in linea con il Discorso sopra il vero fine delle lettere e delle scienze di Antonio Genovesi, Cotugno descrive tre stadi nella maturazione delle facoltà intellettive nell'uomo[13]: è il momento in cui la "Scienza Nuova" entra in diretto contatto con la medicina napoletana e ne determina le tesi.

 

          Rispetto alle liaisons tra Vico, Genovesi e Cotugno, l'opera di Sementini sembra indicare un ulteriore, preciso approfondimento. Nel percorso dagli Dei agli Eroi all'Uomo, l'evoluzione della storia si disegna parallela alla nascita, nell'uomo, delle passioni quale spessore contingente e distintivo della sua identità: gli Dei sono per Vico «bestioni che sentono senza avvertire», mentre l'uomo, e ne è esempio Omero, è capace di ispirazione poetica, di emozioni. Emerge un uomo non più rappresentabile semplicemente quale "corpo", nell'accezione materialistica di Lamettrie e sensista di Condillac; il percorso che la storia compie è ontogeneticamente la descrizione di uno spessore; tenta di inscrivere nel corpo le Passioni e alla fine risolve nella complessità del corpo la localizzazione dell'Anima.

          In precedenza, vari erano stati i tentativi di localizzare la sede dell'anima: da Willis a Sydenham, fino a Chiarugi, si era ritenuto di collocare l'Anima in sede cerebrale mesencefalica. Sementini, sin dalla Breve delucidazione non si smarrisce in proposte sterili: «è mera fanciullaggine il cercare un punto nel cervello a cui dare il nome di Sensorio Comune, facendone il luogo della sede dell'Anima»[14]. Con Vico e Cotugno condivide una certezza: l'Anima rappresenta uno spessore più che una facoltà localizzabile o la giustificazione iniziale al movimento; e, più moderno rispetto al Chiarugi del Trattato, non ritiene di doverle assegnare una sede circoscritta.

 

 

 

L'epoca illuministica delle riforme. Genovesi e Filangieri. La riforma degli Studi ed i nuovi medici.

 

          La riforma degli studi e in particolare l'interesse alla riforma della scuola e dell'Università[15] sono progetti illuministici coerenti con gli assunti della nuova scienza medica a Napoli.

          Genovesi descrive un "uomo" che non si differenzia rispetto agli altri per corredo biologico e genetico: "gran divario, poi, nasce non tanto dalla natura quanto dall'arte". L'educazione, scienza e progetto politico, è metodo fondamentale nella costituzione dei soggetti sociali e delle coscienze.

          Altro assunto che Genovesi coglie da Helvetius, in aperta critica a Rousseau, è il senso del bisogno nella economia evolutiva della creatività dell'uomo, e quindi delle arti: l'uomo si attiva e cresce per bisogni. La Pedagogia, nuova disciplina borghese, delinea un percorso ottimale: soddisfare i bisogni è una scienza e non un fatto episodico, e l'educazione è al tempo stesso una funzione storica e naturale, ma anche una funzione politica dello Stato che a questo punto si autolegittima.

          L'uomo borghese, nella concezione illuministica, è educabile ai valori dello Stato, è escluso dai privilegi per nascita e conta solo sulle proprie qualità sostenute dal valore già liberale della "volontà". E' l'uomo condiviso da Sementini sia quando lo si incontra come alunno nelle aule universitarie degli Incurabili, sia quando è oggetto dell'indagine medica.

          Dagli illuministi napoletani, in particolare da Genovesi e Filangieri, Sementini deduce che «le menti umane siano tutte perfettamente simili, e ne' loro attributi perfettamente uguali[16]»: assunto che Filangieri sviluppa in senso pedagogico nelle proposte per l'istruzione scolastica pubblica nel Regno.

 

          Nell'Orazione del 1785, letta per l'inaugurazione del teatro anatomico al San Giacomo, Sementini si rivolge ad un pubblico di giovani allievi. L'ospedale che li ospita sancisce i cambiamenti intervenuti nella clinica e nel suo insegnamento: l'Ospedale è la sola cornice della Clinica nascente. Gli allievi possono solo contare sulla volontà per affinare le capacità di indagine, di analisi, e quindi di ricerca. Tutta l'Orazione inneggia, attraverso l'esaltazione della volontà, ai valori liberali e borghesi. L'impegno liberale e la convinzione borghese dei nuovi medici napoletani sono proposti, da Sementini agli allievi, quali argomenti critici nei confronti dello stato aristocratico incapace di riconoscere al soggetto (il medico direbbe al corpo) l'individualità. L'impegno attivo, la volontà, incontrano l'ostacolo atavico dell'ozio; la verità, altro valore borghese, è costruzione dell'analisi attenta dei dati e dei documenti e discrimina fra uomini di scienza e «uomini inetti, gravi a sé stessi ed agli altri»[17]

 

          L'uomo che crea ed è protagonista della storia, da Vico a Genovesi a Sementini, approfondisce sempre più lo iato fra ordine aristocratico e valori borghesi. Si giunge così, dopo una fase di relativa pace, alla rivoluzione del '99 e alla conseguente terribile repressione restaurativa borbonica. Con Domenico Cirillo, Sarcone, Sementini, la classe medica napoletana è intensamente coinvolta nei moti repubblicani: Cirillo viene ucciso e molti altri subiscono il carcere. Vi è una intersezione precisa e densa, nella cultura napoletana dell'epoca, tra posizioni politiche e temi di indagine scientifica degli intellettuali, filosofi e medici in particolare, in una precisa visione della società e dell'uomo con costanti punti di contatto e di reciproca legittimazione.

          L'uomo, nell'indagine medica di Sementini, e in genere nelle posizioni della scuola di Cotugno, perde ogni connotato di trascendenza. I confini della ricerca si delineano nell'esclusivo assunto della sua "fisicità". Non si tratta di riprendere la iatromeccanica di Hoffman o di adottare le tesi di Lamettrie, siamo di fronte alla naturale conseguenza dell'idea vichiana dell'uomo rintracciabile solo nella sua storia. Per Sementini è semplice far coincidere fisiologia e filosofia[18]: nello stesso modo in cui la filologia è indagine che coglie il percorso e le scansioni del senso della storia: «Lo stato di vita dell'uomo è precisamente l'oggetto della Fisiologia, che perciò si potrà ugualmente esprimere col nome di Filosofia dell'uomo (...). Sarà la Filosofia stessa persuasa sempre che i soli fatti e le caste deduzioni, tratte da questi con circospezione, e sostenute da principi generali che debbono aversi come certi perchè evidenti, sono i soli fondamenti su de' quali gli è permesso poggiarsi e spaziarsi»[19]

          L'uomo della Scienza Nuova, da Vico a Genovesi a Filangieri, sollecita soluzioni innovative nell'organizzazione dello Stato attraverso le riformate tesi del diritto e la nascente Pedagogia. L'idea di istruzione pubblica gratuita, sostenuta da Filangieri, non è una proposta di istruzione uniforme, ma un progetto che vuol consentire l'accesso della borghesia alla cultura e allo Stato: la società si comporrà, come un organismo, di intellettuali e di operai le cui funzioni lo Stato saprà articolare in modo armonico.

          Il nuovo diritto è attento a garantire la valorizzazione delle capacità intellettive e creative individuali. La volontà è facoltà segnalata dal liberale Sementini all'attenzione degli studenti. E l'uomo di intelletto è necessario alla società e allo Stato perché si fondino finalmente sulla conoscenza positiva, unica opportunità per superare e vincere il privilegio del dominio aristocratico.

          E' lo spirito, tutto autoctono, della Rivoluzione francese del '89 a sostenere i gruppi illuministi italiani, segnatamente i più attivi, quello lombardo e quello napoletano. E quando, come nel '99 a Napoli, la Filosofia prenderà le armi, incontrerà una società e una cultura aristocratica ancora salde e attive nel reprimere le idee liberali e repubblicane.

 

 

La nuova scienza fisiologica

 

          L'empirismo inglese, Locke, e i francesi Condillac e Lamettrie, informano, non sappiamo quanto direttamente, le concezioni di base della fisiologia di Sementini: l'homme machine, opera di Lamettrie pubblicata nel 1748 con successo, individua quale proprietà intrinseca al corpo il movimento. Il comportamento è funzione della complessità cerebrale del soggetto ed il corpo possiede nell'"oscillazione naturale di cui è dotata ogni fibra" il principio vitale.

          La fisiologia di Sementini passa attraverso l'empirismo clinico di Cotugno che tralascia di impegnarsi nella affannosa ricerca delle cause prime: «le prime cagioni non sono capaci di essere comprese da noi... l'estensione della umana capacità non oltrepassa la conoscenza de' soli effetti... In una parola noi non possiamo aver scienza di cause: tutto il nostro sapere può essere di soli fenomeni»[20]

 

          Tale empirismo, quello di Cotugno in primis, va però distinto dall'empirismo della Medicina pratica del secondo '700. A separare Cotugno da Pitcarne e da Zimmermann, è il senso fondamentale attribuito dai napoletani all'Anatomia e alla Fisiologia. Il pragmatismo di Cotugno non è semplice osservazione degli effetti dei farmaci e costruzione a ritroso attraverso il farmaco del processo patologico, è invece assunzione totale della anatomia e della fisiologia del corpo quale riferimento e verifica di ogni scoperta e teoria scientifica; al tempo stesso, è critica netta alla "Medicina dei Sistemi" la quale, non considerando il dato anatomico, si abbandona ad una «sottil metafisica» e si costruisce «argomentando per analogia».

          Il senso clinico e scientifico particolare da attribuire al pragmatismo segna una sottile distanza epistemologica dei napoletani rispetto ai francesi di Auteuil volti, specie Cabanis e Pinel, ad individuare "leggi naturali generali" nei processi patologici[21]. La prassi della "osservazione"[22], essenziale per la "nascita della Clinica", promuove un rinnovamento estensibile allo sviluppo della psichiatria. Cotugno impone l'osservazione attenta del malato, persino (ed è singolare anticipazione delle tesi di Pinel[23]), la condivisione dei suoi luoghi e spazi e delle scansioni del iter clinico quale unica garanzia conoscitiva dei fenomeni patologici: «mettetevi presso gli infermi ed esaminate dal principio alla fine la storia de' loro mali e gli effetti, siano salutari siano dannosi degli usati rimedi»[24].

          Rivalutando il sintomo, si conferma l'attenzione, e la credibilità, al discorso del paziente, la cui "ingenuità" può essere letta dal medico come una forma speciale, intrinseca e diretta di conoscenza della quale tener conto e sulla quale fondare l'autenticità della scienza «Ché quanto alla sede del dolore, essa è così evidente che se il paziente volesse indicare esattamente con il dito il suo percorso dall'osso sacro sino al piede sottostante, per certo, quasi espertissimo di anatomia, seguirebbe puntualmente il percorso sottocutaneo del nervo sciatico»[25]. L'anatomia prende le parole del discorso del paziente; il medico può tradurle nel suo linguaggio. La scena della malattia fino a Charcot si rappresenta oggettiva.

 

          Nel 1772, sulla scena del Teatro Anatomico agli Incurabili, Cotugno legge la prolusione sullo "Spirito della Medicina"[26] e afferma l'importanza per la Medicina del dato empirico, al fine di ridiscutere dalle fondamenta il metodo conoscitivo del quale si avvaleva la precedente Medicina dei Sistemi: «La medicina... non è scienza, è solo una cognizione. ... Cominciarono ... a sentirsi nominare i sistemi ed in un'arte suscettibile di sole leggi particolari adattabili a particolari casi si sentirono delle leggi generali delle quali non era capace».

          Per la predilezione assegnata alla pratica anatomica, Cotugno e i napoletani si collocano nella linea delle scuole patavina e viennese. Cotugno fa un viaggio a Padova e a Vienna che dura dieci mesi; e accetta di insegnare all'Università di Vienna, dove le sue opere ottengono larga eco, declinando l'invito di Leopoldo II presso lo studio pisano.

          Qualche anno dopo, Sementini segue gli stessi itinerari. Nel suo sguardo, all'attenzione anatomica di Cotugno subentra la corrispondenza anatomo-clinica di Corvisart. Altri passi fa Sementini oltre il maestro. Non si preoccupa di risalire alle "cause prime", piuttosto si impegna, fin dalla "Breve Delucidazione...", a ricercare il "meccanismo" iniziale da cui prende avvio il movimento. Definire una sede cerebrale dell'anima ha il senso preciso di un postulato (l'anima), collocato in un ambito anatomico accessibile alle considerazioni empiriche, persino allo sguardo, e riconosciuto altamente sensibile e centrale nella fisiologia del movimento. La contiguità, anzi la sostanziale identità anatomica tra anima e cervello, permette finalmente la nascita della Fisiologia quale scienza del corpo che rispetti e non contraddica la scienza dell'anima. La Fisiologia, in quanto scienza del corpo, ne indaga lo spessore e si interroga sull'origine delle passioni: «Ognuno sa... che nell'uomo, oltre il corpo visibile, si trova l'anima, che è puro spirito e prima origine di tutte le umane operazioni, poiché senza di essa l'uomo non è più che un tronco inerte. Tuttociò è verissimo, ma quanto mai restiam noi da tal discorso illuminati circa il modo onde al corpo si lega il puro spirito, e da questo le operazioni di quello procedono? E che sappiam noi dopo tuttociò dell'origine di tante passioni ed inclinazioni dell'uomo e di tante varietà de' costumi suoi?»[27]

 

          Sementini concepisce la vita come «potenzialità al movimento», e sottolinea così, in accordo con Lamettrie, la natura dell'evidenza meccanica e l'importanza di una definizione "fisiologica" che consideri la tensione delle fibre prima del movimento: «Il senso che ordinariamente si attacca alla parola vita, è quello di uno stato di azione»[28]. La sua Fisiologia è intimamente connessa all'idea di Anatomia colta da Cotugno, anzi si manifesta quale necessario sviluppo della medesima: si tratta non di ipotizzare "funzioni" che trascendano e spieghino il corpo, bensi di osservare e quindi verificare la funzione nel corpo quale dinamica e interazione attiva tra le parti anatomiche. La Fisiologia spiega e quantifica l'Anatomia. Le tesi cosiddette "spirituali", che trascendono la giustificazione anatomica del corpo, lasciano il posto, secondo la lezione di Cotugno, alla logica concreta della osservazione oggettiva, logica del corpo e per definizione intrinseca al corpo.

          La medicina di questi anni verifica il capovolgimento netto nel prendere in considerazione il corpo. Fino ad Haller, il corpo sembrava funzionale a tesi scientifiche generali e giustificava assunti precostituiti[29]; privo di una logica propria, entrava a far parte, in modo subordinato, di una metafisica visione del mondo. Con Morgagni e Cotugno, Bichät e Brown, il corpo deve essere scoperto (svelato) in questa sua logica interna, riconosciuto autonomo e distinto rispetto a ipotesi precostituite: sono l'Anatomia e la Fisiologia a rappresentare la nuova logica del corpo, la Anatomia per quanto concerne le parti componenti, e la Fisiologia per quanto attiene ai fenomeni: «La Notomia, dimostratrice della disposizione e della struttura delle parti tutte componenti l'uomo fisico, oggetto di tutta la Medicina, per essere una cognizione utile, vuol'essere ricavata dal fatto... La Fisiologia... vuol'esser tutta appoggiata sopra fenomeni e sopra la dipendenza loro dalla struttura degli organi del corpo umano»[30].

 

2. Note a pie di pagina 

 

1 cfr. R. De Sanctis, (1986), La nuova scienza a Napoli tra '700 e '800, Laterza, Bari.

 

2 Roma, dopo il 1692, nell' "Ospizio apostolico dei poveri invalidi" erano stati riuniti il preesistente ospedale dei mendicanti di San Sisto, il conservatorio di S.Giovanni in Laterano e l'ospizio di San Michele a Ripa che in origine era un'opera privata di assistenza per i fanciulli poveri (cfr. M. Fatica, "La reclusione dei poveri a Roma durante il pontificato di Innocenzo XII", Ricerche per la Storia Religiosa di Roma, 3, 1979, 133-179.

3 L'opera di Cartesio viene introdotta in Italia attraverso i circoli culturali filosofici soprattutto napoletani con Tommaso Cornelio e poi Leonardo da Capua fino a Grecorio Scalea e Michelangelo Fardella. (cfr. L.Geymonat, (1970), Storia del pensiero filosofico e scientifico, 3.

4 D.Cotugno (1764), De Ischiade Nervosa Commentarius, in: Opere, a cura di A.Iurilli, Lacaita, Manduria, 1986, 127-157.

5 "Ma la natura....per conoscerla non basta aver poche sue produzioni esaminate...; voi dovete in tutti i vostri ragionamenti più diligenza in osservare che sottigliezza in capire" (D.Cotugno, (1772) Dello spirito della Medicina, in: Opere, cit., 255 e 258.

6 ib., p.257.

7 Relazione del cav. A.Sementini sul saggio del sign. Corvisart sulle malattie e lesioni organiche del cuore e de' grandi canali, (1814), Atti della Reale Accademia delle Scienze, sezione della Società Reale Borbonica, II ed., vol.II, parte I, Napoli, St.Reale, 1825, pp.3-12.

8 cfr. S. De Renzi, (1845), Guida Medica per la città di Napoli e pel Regno, Filiatre Sebezio, Napoli, 392 sgg.

9 cfr. S.De Renzi, (1848), Storia della Medicina in Italia, Filiatre Sebezio, Napoli, t.V. Cotugno, morto all'età di 86 anni, nel 1822, lasciò agli incurabili metà del suo patrimonio.

10 cfr. D.Pace, (1962), Vincenzo Lanza e la vita universitaria e ospedaliera aNapoli nel primo Ottocento, Quaderni di Risorgimento Meridionale, serie napoletana, maggio.

11 A.Sementini, Prospetto analitico di una Istituzione di Fisiologia preceduto da un discorso preliminare sulla vita, per uso della R. Un. de' studj di A.S., M.Morelli, Napoli, 1807, p.9.

12 ib., pp.4 e 6

13 D.Cotugno (1778), Del modo di predisporre gli animi alla più conveniente regola di vita, in: Opere, cit., pp.267-277.

14 A.Sementini, (1803), La Patologia, ossia della malattia in generale e delle sue varietà, tradotta dal latino e preceduta da un saggio di esame del sistema di Brown e della ragionevole influenza del medesimo sulla pratica, A.Coda, Napoli, pp. 61-62.

15 V.D.Catapano, (1990), La medicina a Napoli nella prima metà dell'Ottocento, Liguori, Napoli, pp.41-68.

16 A. Sementini, Breve Delucidazione..., cit., p.19.

17 A.Sementini, Orazione letta in occasione dell'apertura del nuovo teatro anatomico eretto nel R. Spedale di S.Giacomo degli Spagnuoli, Napoli, Raimondi, 1785.

18 Per "filosofia" Sementini intende tutte quelle ragioni capaci di spiegare il fenomeno della vita/movimento. Cfr. A.Sementini, Prospetto analitico di una Istituzione di Fisiologia preceduto da un disorso preliminare sulla vita, M.Morelli, Napoli, 1807.

19 A.Sementini, Prospetto analitico..., cit., pp.1 e 3.

20 D.Cotugno, Opere, cit., p. 256.

21 Ph Pinel, La médicine clinique rendue plus précise e plus exacte par l'application de la analyse, Paris, an X; P.J.G. Cabanis, (1788) Du degrè de la certitude de la médicine, Crepelet, Paris, 1803 (tr. it. La certezza della medicina, Laterza, Bari, 1974. Per questi aspetti storici cfr. S.Moravia, (1968), Il tramonto dell'illuminismo Laterza, Bari.

22 G.Riefolo, F.M.Ferro, (1987), "Note sulla fondazione della psichiatria clinica: prassi dell'osservazione e nascita della cartella", Giorn. Stor. Psicol. Dinamica, XI, 22, 177-202.

23 Ph Pinel, (1797?), Trattato Medico-filosofico sopra l'alienazione mentale, tr. it. sulla II ed. francese, Arcesi, Lodi, 1830. Cfr. in particolare la Introduzione alla prima ed., le pp.14 e segg.

24 D.Cotugno, (1772),Dello spirito... in: Opere, cit., p.258.

25 D. Cotugno, (1764), "De ischiade nervosa commentarius", in: Opere, cit., p.137.

26 D.Cotugno, Opere, cit. La prolusione:"Dello Spirito della Medicina" è riportato alle pp.251-260.

27 A. Sementini, (1766), Breve delucidazione..., p.3.

28 A. Sementini, (1807), Prospetto analitico..., cit., p.9.

29 Sementini nel saggio sulla Patologia del 1803 si dimostra molto critico verso le tesi della fisiologia di Haller che giudica molto parziale :"Dovevo tentare di empire il vuoto della Fisiologia e supplire alla mancanza di un sistema, che mi era paruto affatto inetto al bisogno..." (p.13).

30 D.Cotugno, (1772), Dello spirito..., cit., p.257.

3. Bibliografia

 

1. Relazione del cav. A. Sementini sul saggiodel sign. Corvisart sulle malattie e lesioni organiche del cuore e de' grandi canali - 1814 - Atti della Reale Accademia delle Scienze, sezione della Società Reale Borbonica, II ed., vol.. II, parte I, Napoli, St. Reale, 1825

2. Prospetto analitico di una istituzione di Fisiologia preceduto da un discorso preliminare sulla vita, per uso della R. Un. de' studj di A. S., M. Morelli. Napoli, 1807

3. La Patologia, Ossia della malattia in generale e delle sue varieta, tradotta dal latino e preceduta da un saggio di esame del sistema di Brown e della ragionevole influenza del medesimo sulla pratica, A. Coda, Napoli

4. Prospetto analitico di un Istituzione di Fisiologia preceduto da un discorso preliminare sulla vita, M. Morelli, Napoli, 1807

4. Collegamenti esterni

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